La mia intervista a Stefano Pellegrini: conosciamo più da vicino il fotografo delle stelle; l’ ho voluto chiamare così. Ho pensato che potesse essere una cosa molto utile portare sul blog l’ esperienza di una persona che si dedica in maniera costante a questo tipo di fotografia.
Detto questo…. Se ti va di conoscere più da vicino il nostro amico Stefano allora mettiti comod* e vieni a scoprire cosa ha da dirci.
Prima di continuare però ti volevo parlare di questo spazio esclusivo riservato ad altri fotografi. Sono fermamente convinto che confrontarsi e condividere le proprie esperienze personali sia d’ ispirazione per poter crescere professionalmente. E qui sotto ti lascio anche il link del suo profilo Instagram così da prendere spunto e informazioni pratiche per migliorare la qualità delle tue immagini. E già che ci sono ti lascio anche il link del sito web ufficiale. Ti basterà cliccare qui.
Ed ora si parte con l’ intervista.
Come è nata la passione per la fotografia notturna?

Mi è sempre piaciuto fare foto, mi è sempre piaciuta la montagna e mi sono sempre piaciute le stelle. Ho unito le cose solo molto di recente, ed è avvenuto per caso. Ho deciso di provare nell’estate del 2019 ad andare in Dolomiti a fare una foto alla via lattea. E’ stata una notte incredibile, la prima volta che dormivo in una tenda ad alta quota, sotto le stelle.
Ho scattato più di 800 foto sul cavalletto seguendo la via lattea per 4 ore nel cielo, portando a casa il più materiale possibile senza sapere ancora come post produrlo. Da quella notte ho capito che era il tipo di foto che mi piaceva fare e ho continuato. Dopo, poco alla volta mi sono trovato il mio workflow e il mio stile.
Cosa ti spinge ad affrontare queste avventure?

La cosa che mi piace di più dell’astrofotografia è la sfida: è un tipo di fotografia molto complicata e mi piace proprio questo. Quando sono in una location, con gli occhi vedo già la foto finale, e vedo già i diversi scatti e passaggi che mi servono per ottenerla.
Dico sempre che il mio scopo è tradurre ciò che gli occhi vedono e spesso la fotocamera non è in grado di rappresentare, per riprodurre la realtà in tutta la sua arte. Questo richiede tanto impegno e tanto tempo, ma è tempo che non mi pesa. Essere da solo, in montagna, al buio, nel silenzio; solo io la fotocamera, la montagna e le stelle: è una sensazione impagabile.
Fotografia alle stelle: quale location ci consigli?

Un’ uscita di astrofotografia ha bisogno di molta progettazione e la cosa più importante è il buio. In nord Italia, dove abito, c’è molto inquinamento luminoso quindi questo incide molto nella scelta della location. Le zone montane sono le migliori; in queste cerco su internet spot che mi ispirino in termini di soggetto. Mi piace soprattutto trovare montagne o rocce che si prestino ad essere stravolte una volta viste al buio sotto le stelle e che possano creare panorami quasi non terrestri.
La scelta finale della composizione la si fa però solo una volta arrivati sul posto. Cerco sempre di arrivare con molto anticipo in modo da riuscire a trovare la posizione giusta per far coincidere la via lattea con un soggetto interessante. Non mi piace sostituire il cielo, e cerco sempre un modo di fotografare la realtà come la vedo.
Che strumenti/app utilizzi per organizzare le tue uscite fotografiche?
Per sapere quale cielo troverò in location io faccio affidamento ad una applicazione che si chiama Photopills. E’ ottima perché è molto completa. Mi permette di progettare in fase di pre-produzione, permettendomi di vedere dove sarà la via lattea rispetto ad un determinato punto alle diverse ore della notte. Mi permette di visualizzare in realtà aumentata la location: in modo da vedere in diretta sul cellulare dove sarà la via lattea nella mia inquadratura.
Inoltre mi avvisa se sono previsti fenomeni astronomici interessanti: la pioggia meteorica delle Geminidi ne è un esempio. Avevo ricevuto una notifica dall’ app che sarebbe avvenuto questo fenomeno, e una volta arrivato sul posto ho potuto vedere con la realtà aumentata in che punto del cielo sarebbe successo e a che ora. Questo mi ha permesso di fare lo scatto con il quale ho vinto l’ APOD della NASA del 17 dicembre 2020.
Come affrontare queste escursioni in sicurezza?

Per affrontare queste escursioni in sicurezza bisogna controllare il meteo. Per quanto riguarda le precipitazioni è facile: dovendo fotografare le stelle io esco solo con il cielo limpido, quindi non mi capita quasi mai di trovarvi in una nevicata o in un temporale. L’ altra discriminante importante sono le valanghe, soprattutto nelle mezze stagioni. L’ ultima il vento forte. Mi è capitato di farmi rompere i paletti della tenda dal vento e doverla rimettere insieme con lo scotch: da lì ho imparato a controllare sempre anche il vento.
Per le mie foto nelle dolomiti faccio affidamento a www.dolomitimeteo.it che in passato è risultato quasi sempre affidabile, e segna sempre tutti questi dati. In ogni caso, a prescindere dalla previsioni meteo, una volta arrivato sul posto bisogna sempre aver ben presenti i propri limiti: se si vede che è rischioso procedere si deve tornare indietro.
Attrezzatura necessaria per iniziare questo genere fotografico?
Per fare foto notturne serve una macchina che regga bene gli ISO e un’ ottica molto luminosa e ampia. Io attualmente utilizzo la Nikon D80 con un Tamron 15/30mm f2.8 però ho iniziato investendo meno, utilizzando una Nikon D7200 con un Tokina 11/16mm f2.8 e anche con quella ho avuto buone soddisfazioni. Altro oggetto necessario è il cavalletto: ne servirebbe uno stabile e solido, meglio se in fibra di carbonio e con testa a sfera.
Ultimo consiglio: il telecomando. Io ne ho uno semplice a filo, è molto comodo per evitare il micro mosso e per fare gli startrail. La cosa più importante di tutte però é il workflow: bisogna sapere cosa si vuole ottenere e cosa serve per ottenerlo, così da riuscire a portare a casa gli scatti necessari per realizzare la propria fotografia. La cosa peggiore che possa accadere è arrivare sul campo e non sapere cosa fare per avere la foto che si aveva in mente. Peggio ancora arrivare a casa e accorgersi
che manca uno scatto per recuperare le luci o per fare lo stacking del lande, ecc…
Ma per darvi una mano su questo aspetto, nel mio sito www.pels.it trovate i miei video-tutorial dove spiego nel dettaglio il mio workflow, dalla progettazione fino alla postproduzione completa.
Anche quest’ oggi siamo arrivati alla fine di questo spazio/rubrica dedicato ai nostri carissimi amici fotografi. Un ringraziamento doveroso va a Luigi Nespeca che ha accettato di partecipare a questa breve intervista.
Detto questo ci vediamo alla prossima “puntata”.
E se intanto vuoi iniziare a progettare
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